Il 2019 è stato un anno ricco di novità e di traguardi raggiunti nel campo della tecnologia e delle scienze applicate.
Cosa ci ha lasciato questo 2019? L’anno che ci stiamo lasciando alle spalle è stato denso di innovazioni e conquiste in molti settori, dall’informatica all’ingegneria aerospaziale, dall’automotive alla robotica, spesso con invenzioni che potrebbero cambiare di qui a breve la vita quotidiana di miliardi di persone.
Ripercorriamolo velocemente con alcune delle tappe più significative e più curiose:
New Horizon:
Il 2019 inizia alla grande con la sonda NASA “New Horizon”, lanciata nel gennaio del 2006, che raggiunge l’ultima tappa del suo lungo viaggio. Proprio il giorno di capodanno, il 1 gennaio 2019, New Horizon raggiunge e sorvola l’asteroide 486958 Arrokoth, soprannominato Ultima Thule, il corpo cosmico più lontano mai esplorato dall’umanità (6,4 miliardi di km dalla Terra).
Che fine ha fatto oggi la sonda? New Horizon continua il suo viaggio attraverso la fascia di Kuiper, una delle regioni più esterne del sistema solare, a circa 51.000 km/h, continuando a trasmettere dati verso la terra a 2kb/s (si stima che il trasferimento dati sarà completato nell’estate del 2020). Attualmente gli scienziati coinvolti nel programma stanno cercando di stabilire l’oggetto del prossimo flyby.
NASA/Johns Hopkins Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute, National Optical Astronomy Observatory
Chang’e 4:
Restiamo nel campo dell’aerospace con Chang’e 4, la sonda cinese che il 3 gennaio 2019 è atterrata nei pressi del cratere Von Kármán, sul lato oscuro della Luna. È la prima volta che l’uomo raggiunge il lato nascosto del nostro satellite, e la missione, che rientra nel programma cinese di esplorazione della Luna, non intende fermarsi a questo traguardo.
In Aprile 2019 infatti il direttore dell’Agenzia Spaziale Nazionale Cinese ha confermato l’intenzione di costruire una stazione nella zona del polo sud lunare, zona in cui in passato sono state rilevate tracce di acqua. Uno degli obiettivi di Chang’e 4 sarebbe per l’appunto l’analisi del sottosuolo, e la trasmissione dei dati attraverso “Queqiao”, satellite che funge da ponte radio tra noi ed il lato nascosto della Luna progettato e lanciato dalla CNSA a questo scopo.
Il mistero (risolto) del Computer Quantistico di Google
Se ne parla dagli anni 80, ma solo negli ultimi anni si è cominciato a fare sul serio: il computer quantistico (o quantico) è oggi realtà, anche se ancora in fase di sviluppo, tanto che a settembre 2019 Google si è resa protagonista di una vicenda ancora da chiarire del tutto.
È infatti apparso sul sito della nasa un annuncio rimosso quasi subito, in cui si dava notizia che il super computer del colosso di Mountain View avrebbe effettuato in circa 3 minuti un calcolo che un attuale computer tra i più avanzati avrebbe impiegato 10.000 a risolvere.
I computer quantistici traggono il loro enorme potenziale di calcolo dal Qubit, l’unità fondamentale che soppianterà il vecchio bit a due stati. I Qubit infatti, a differenza dei loro progenitori binari, possono assumere un qualsiasi valore tra 0 e 1 grazie alla “sovrapposizione coerente di stati” grazie alla quale un singolo Qubit può assumere più valori contemporaneamente.
Sembra che il computer quantico in fase di sviluppo in casa Google abbia un’architettura a 72 Qubit, ma secondo il Financial Time l’esperimento da cui sono trapelati dettagli sulla velocità di calcolo sia stato effettuato con un processore da 53 Qubit dal nome in codice Sycamore.
Le indiscrezioni trapelate dal sito della NASA sono state poi confermate in ottobre dai ricercatori di Google su “Nature”, con la conferma dell’ottenuta supremazia quantistica, pietra miliare nella storia dell’ingegneria informatica.
La prima “foto” di un buco nero
Grazie ai dati dell’Event Horizon Telescope (un gruppo di 8 telescopi dislocati in vari punti del globo) viene catturata la prima “foto” di un buco nero, nella fattispecie di quello denominato M 87, al centro della galassia Virgo A. La galassia dista da noi circa 55 milioni di anni luce, mentre il soggetto della foto ha circa 6,5 miliardi di volte la massa del nostro sole.
Non si tratta ovviamente di una normale immagine fotografica, ma di una “traduzione” in immagine visibile di dati provenienti da frequenze invisibili all’occhio umano.
Ma se la foto del corpo celeste più imperscrutabile del cosmo è destinata a passare alla storia, anche quella di Katie Bouman, la giovane scienziata che ha sviluppato l’algoritmo che ha permesso l’elaborazione dei dati di EHT, ha fatto il giro del mondo diventando virale per la forte carica emotiva dello scatto.
La figuraccia di Elon Musk e Cybertruck
Se la gaffe fatta da Elon Musk ha riempito pagine di giornali in tutto il mondo, per non parlare del web diventando addirittura un meme, non tutti sanno che le disavventure del magnate di Tesla e SpaceX con Cybertruck, il suo nuovo “giocattolo” tecnologico, non si sono esaurite in quell’evento.
Partiamo dall’inizio: durante l’evento di presentazione del CyberTruck, pickup elettrico avveniristico di casa Tesla, Elon Musk ha voluto mettere alla prova i cristalli antiproiettile di ultima generazione in dotazione al veicolo scagliandovi contro delle sfere di acciaio. Il Risultato? Il finestrino è andato in pezzi. Forse il modellino Lego in foto potrebbe risultare più resistente…
Elon Musk ha minimizzato l’accaduto assicurando che il difetto sarebbe stato corretto immediatamente, ma le azioni di Tesla hanno registrato un bel -5% nelle ore successive.
Non finisce qui però l’epopea di CyberTruck: uscendo da un parcheggio, lo stesso Musk al volante della sua CyberTruck è andato rovinosamente contro un dissuasore fra lo stupore degli astanti. Questa volta però sul banco degli imputati non c’è il pickup elettrico, ma l’abilità alla guida del miliardario filantropo.
Robot da Parkour
Come dimenticare le immagini di Atlas, robot umanoide sviluppato da Boston Dynamics, impegnato in acrobazie da capogiro con naturalezza ed eleganza mai viste prima nel campo della robotica.
I robot umanoidi sviluppati fino a pochi anni fa era estremamente goffi e dall’equilibrio precario, tanto da diventare spesso oggetto di montaggi video dagli intenti comici diffusi sulle maggiori piattaforme online.
Chiudiamo questo articolo quindi con una comparativa che rende l’idea degli enormi passi da gigante compiuti dalla robotica odierna.
ROBOT FAIL COMPILATION
ATLAS PARKOUR
Image credit
Elon Musk: Steve Jurvetson from Menlo Park, USA / CC BY
Lego Cybertruck: BrickinNick @Flickr
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